Il MoVimento 5 Stelle in Alto Adige/ Südtirol ha presentato una mozione per impedire che nei circhi che transitano in Provincia vengano impiegati animali. Ma come è possibile bloccarli e quali differenze rispetto al passato?
In tutto il Paese si susseguono le iniziative per fermare il triste spettacolo dell'utilizzo di animali per gli spettacoli circensi.
Ma facciamo un passo indietro, la Legge 337/1968 disciplina la materia dei circhi equestri e degli spettacoli viaggianti ed all'art. 9 attribuisce un ruolo fondamentale ai comuni nella concessione degli spazi per tali attività, ascrivendo nei fatti, qualora il comune si doti di appositi regolamenti, la possibilità in capo ai Sindaci di limitare o comunque porre degli ostacoli alla realizzazione di tali spettacoli;
perché appunto di spettacoli si parla ed in tal caso il macro-mondo di riferimento non può che essere quello connesso alla cultura, che nella nostra realtà, per molti aspetti, è di competenza locale.
Pertanto la nostra richiesta si base sull'opportunità che tali spettacoli vengano eseguiti nelle nostre città. La Legge provinciale 13/1992 e le successive modifiche sono una chiara testimonianza che gli spettacoli, tra cui anche quelli viaggianti, sono sotto lo stretto controllo della Provincia e della sua Giunta.
Il Governo romano aveva emanato la Legge 175/2017 che avrebbe dovuto, attraverso dei successivi decreti attuativi, prevedere il "graduale superamento dell'utilizzo degli animali negli spettacoli viaggianti", i decreti attuativi non sono mai arrivati e la condizione degli animali è rimasta immutata.
Le attività circensi, che pur ricevono circa 5 milioni di euro di contributi statali ogni anno, non verrebbero penalizzate dal cambio di spettacoli ed esempi in tal senso sono presenti nel mondo a partire dal noto "Cirque du Soleil" fino ad esperienze nostrane come il trentino festival CircusSpring2019, entrambi gli spettacoli non prevedono l'utilizzo di animali e la sola attività umana circense garantisce spettacoli di qualità e di sicuro interesse per gli spettatori.
La strada verso una maggiore considerazione dei diritti animali è iniziata circa 40 anni fa, nonostante gli animali da affezione e da compagnia siano da sempre a fianco dell’uomo nella vita quotidiana e nello svolgimento delle attività di fatica.
"Tutti gli animali nascono uguali davanti alla vita ed hanno gli stessi diritti all'esistenza": lo ha sancito l'articolo 1 della Dichiarazione dei diritti degli animali dell’Unesco, proclamata il 15 ottobre 1978. Tale articolo riconosce da una parte il diritto agli animali alla vita ed al benessere, dall'altra istituisce in capo all'uomo il dovere di tutelare questa loro condizione. Nell'Unione Europea sono stati approvati numerosi atti normativi che testimoniano un'evoluzione della condizione animale nell'ambito dei diritti. In materia di benessere animale, un passo fondamentale in Europa è stato compiuto con la sottoscrizione del Trattato di Lisbona (in vigore dal 10 gennaio 2008).
La grande novità introdotta dal Trattato di Lisbona è costituita dalla definizione di "esseri senzienti" attribuita agli animali e cioè la normativa li ha qualificati come individui in grado di provare piacere o dolore. L’evoluzione giuridica promossa dal Trattato di Lisbona si traduce nell'impegno per gli Stati membri dell’Unione Europea a promuovere concretamente politiche in materia di benessere e tutela degli animali. La legislazione in materia di tutela animale, nel nostro Paese, prende le mosse dall'entrata in vigore della legge n. 281 del 1991. Nel 2010 è stata ratificata la Convenzione del Consiglio d'Europa del 1987 per la protezione degli animali da compagnia, che ha dettato specifiche norme di adeguamento interno. Tale normativa ribadisce, agli Stati aderenti, la necessità di attuare i principi fondamentali per il benessere degli animali e per il loro mantenimento.
Pertanto il MoVimento 5 Stelle nella mozione invita la Giunta ad adottare misure volte a disincentivare negli spettacoli pubblici ed in particolare quelli circensi, l'utilizzo di animali, soprattutto qualora questi ultimi siano costretti ad attività contrarie alla propria natura, in totale negazione alle proprie caratteristiche etologiche o magari obbligati a rimanere in una condizione di prigionia per mero intrattenimento.
"La sostanziale novità rispetto alle richieste del passato è che in virtù della nostra Autonomia, non si rimanda più la questione allo Stato, ma siamo noi stessi a prendere iniziativa nell'ambito delle nostre prerogative in materia di spettacoli e di cultura" - afferma il consigliere Nicolini
Comments