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Il Green New Deal è sempre più vicino.

Il Plenum dell'assemblea ha approvato la nostra proposta di rafforzare maggiormente le possibilità per l'istituzione di sistemi di accumulo per l'energia elettrica.

Nel dettaglio la proposta approdata in Consiglio provinciale interviene su uno degli aspetti che servono a completare la transizione verso l'energia verde e la possibilità di auto-produzione dell'energia: immagazzinare l'energia prodotta durante il giorno per poterla utilizzare durante la notte o per poterla scambiare con la rete nei momenti di picco di utilizzo.


La costituzione delle cosiddette "comunità energetiche" costituisce la strada più veloce per realizzare questo passaggio e l'esperienza tedesca rappresenta l'esempio più riuscito al mondo.

I "Citizen Energy" in Germania si collocano al quattordicesimo posto in Europa tra i grandi produttori di energia elettrica ma hanno due peculiarità: i proprietari sono i cittadini e l'energia prodotta è totalmente verde!


Anche Report in una recente puntata si è occupata del fenomeno ed ha illustrato i punti di forza di tali strutture.


(Fonte: RaiPlay)


Ma cosa riguardava in dettaglio la nostra proposta e su quali tematiche si innesta il cambiamento da noi proposto:


il documento strategico della Provincia Autonoma di Bolzano: “Piano Clima Energia-Alto Adige-2050”, più comunemente noto come “Piano KlimaLand”, descrive la visione della politica energetica altoatesina per il 2050. In tale documento viene affermata la priorità assoluta di ridurre i consumi energetici ed al contempo viene posta l'attenzione sulla necessità di incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili. Tale produzione, come definito dal piano stesso, deve avvenire nel rispetto della tutela dell’ambiente e del paesaggio, risorse che, senza dubbio, caratterizzano e definiscono la specificità del territorio altoatesino;


i due obiettivi principali del Piano Klimaland prevedono: 1. la riduzione delle emissioni pro capite di CO2 dell’Alto Adige a meno di 4 tonn./anno entro il 2020 e meno di 1,5 tonn./a entro il 2050; 2. coprire il fabbisogno energetico con energie rinnovabili per almeno il 75% entro il 2020 e oltre il 90% entro il 2050. Per il fotovoltaico (FV), in particolare, si pone un obiettivo minimo di potenza installata di 300 MWp entro il 2020 per raggiungere infine almeno 600 MWp entro il 2050; da quanto emerge da alcune recenti pubblicazioni di EURAC, che affermano la necessità di un maggiore supporto da parte dei sistemi incentivanti pubblici, raggiungere gli obiettivi per il fotovoltaico appare estremamente difficile: secondo gli studi di EURAC servirebbero 7 MW annui, ma senza gli incentivi il mercato si è assestato su 1,5-2 MW nonostante un adeguato potenziale per il fotovoltaico in Alto Adige; tali affermazioni potrebbero essere sintomatiche di come il bando sui sistemi FV con copertura del 65% dei costi ammissibili richieda ancora qualche sforzo ulteriore; gli impianti fotovoltaici rappresentano un cambio radicale anche in Alto Adige e nella sua già avanzata transizione verso le energie rinnovabili (in gran parte provenienti da fonti idriche); con gli impianti FV si consuma dove si produce.


In futuro, secondo gli studi di EURAC, la domanda di elettricità può aumentare specialmente in due settori: riscaldamento/raffrescamento (pompe di calore) e nella mobilità elettrica. Il FV potrebbe quindi rappresentare una soluzione ideale per rispondere all'aumento della domanda con la produzione in loco, pur tuttavia tenendo a mente che la sola auto-produzione non è sufficiente in quanto necessità di sistemi di accumulo che permettano di sfruttare l'energia fotovoltaica anche in orari notturni. E' in questo contesto che si inserisce la proposta di potenziare l'accessibilità ai sistemi di accumulo con una duplice finalità: aumentare l’autoconsumo di energia e favorire la stabilità della rete nell'ottica di un complessivo aumento della generazione distribuita.


Ma cosa sono i sistemi di accumulo e perché sono fondamentali per accelerare la transizione? Secondo le definizioni fornite dal GSE per sistemi di accumulo si intende quell'insieme di dispositivi, apparecchiature e logiche di gestione e controllo, funzionale ad assorbire e rilasciare energia elettrica. In relazione alla tecnologia attualmente disponibile in maniera accessibile sul mercato ed alle linee guida fornite dal GSE, i sistemi di accumulo possono essere installati su: impianti solari fotovoltaici incentivati; impianti solari termodinamici incentivati o che chiedono il riconoscimento degli incentivi; impianti alimentati da fonte rinnovabile diversi dai fotovoltaici incentivati o che chiedono il riconoscimento degli incentivi, anche in sostituzione al regime incentivante dei Certificati Verdi;


(la presentazione della mozione da parte del Consigliere Nicolini)


impianti di produzione combinata di energia elettrica e calore costituiti da unità per le quali viene richiesto il riconoscimento del funzionamento come Cogenerazione ad Alto Rendimento e/o il riconoscimento dei Certificati Bianchi, impianti di produzione che accedono allo Scambio sul Posto; impianti alimentati da fonte rinnovabile per i quali è richiesta l'emissione di Garanzie d'Origine.


Va da sé che non rientrano nella definizione di Sistema di accumulo i sistemi utilizzati in condizioni di emergenza (UPS) che entrano in funzione solo in corrispondenza dell'interruzione dell'alimentazione dalla rete elettrica per cause indipendenti dalla volontà del soggetto che ne ha la disponibilità. In alcune regioni italiane l'emissione di incentivi per i sistemi di accumulo è già prassi consolidata: Regione Lombardia in continuità rispetto al passato e mostrando un grande successo nell'anno 2019 ha emesso un bando dedicato ai sistemi di accumulo (negli ultimi 3 anni sono stati rinnovati annualmente con delibera di Giunta regionale, DGR n. 4769/2016, DGR n. 7042/2017 e DGR n. 459/2018); la Regione del Veneto (con DGR n. 840/2019) ha emesso un bando nel 2019 il quale ha ricevuto un numero di domande superiori rispetto ai fondi disponibili, a riprova che il fotovoltaico ha necessità, oggi, di essere appetibile anche attraverso l'incentivazione dei sistemi di accumulo.


A tutto questo si aggiunge l'obiettivo del MoVimento di implementare il Green New Deal come nuovo volano per la crescita e modello di sviluppo della società.

Affinché le nostre città diventino sempre più resilienti ai cambiamenti climatici ed al contempo vincano la sfida di una società che richiede una sempre maggiore quantità di energia elettrica è necessario implementare i sistemi di produzione dal basso attraverso la conversione del consumatore passivo in un "active consumer".


Gli "Active consumer o "Prosumer" sono dei soggetti che hanno piena consapevolezza dell'energia prodotta e consumata nella propria abitazione ed attraverso le smart grid sono in collegamento costante con tutti i micro centri di produzione su base di quartiere e con le grandi centrali di produzione idroelettrica o fotovoltaica presenti sul territorio.


Il futuro insomma passa attraverso l'implementazione delle nuove tecnologie green ed attraverso lo sviluppo delle reti di vicinato per una produzione condivisa dell'energia elettrica.

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