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NO AI CPR in Alto Adige e in nessun altro luogo




140mila migranti nel 2023 e altri 35mila nei primi 6 mesi del 2024.

Sono numeri che, anche se diminuiti quest’anno, destano preoccupazioni e ci raccontano qualcosa che in tanti non vogliono affrontare nella reale accezione della sua portata, un’emergenza umanitaria.


Una migrazione che non viene affrontata con la dovuta competenza da un governo che in campagna elettorale prometteva i blocchi navali e che adesso vuole costruire blocchi di cemento per imprigionare persone che non hanno le colpe che gli si vogliono addossare.

Non lasciamoci ingannare dai manifesti discriminatori della Süd-Tiroler Freiheit, e nondimeno dalle dichiarazioni di Kompatscher che vuole istituire un Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) in provincia.


I reati commessi nella nostra Provincia non sono prettamente di matrice extra-comunitaria ma risulta più semplice cavalcare l’onda del malumore generale e della paura che regna in merito , per immagazzinare consensi.


E’ più coraggioso perché non propagandistico andare contro le paure e cercare di affrontare il problema con una visione più ampia, ormai i regimi sanzionatori non funzionano.

Ma, ormai in nostri governatori ci hanno abituato alla soluzione più semplice, come con gli orsi e i con i lupi , abbatterli è veloce e risolutivo. Ma questo è un altro argomento…


La globalizzazione è inevitabile e và organizzata in vista di una integrazione più razionale che non deve andare a discapito della identità nazionale di nessun paese e delle popolazioni residenti che subiscono un flusso migratorio così massivo. Il Presidente Conte stava già lavorando alla gestione dei confini geografici italiani con un approccio europeo ed è da li che si doveva ripartire, da una gestione condivisa di un problema che non può essere solo nostro.


Attualmente, nessun accordo è stato fatto con gli organismi europei, che come sappiamo con la scellerata politica della nostra Presidente del Consiglio, l’Italia è stata relegata a controfigura di Francia e Germania , né quelli fatti con il Ministro tunisino hanno finora portato frutti, e non parliamo del centro aperto (chissà quando) in Albania che porterà a un esborso di soldi pubblici sproporzionato rispetto agli effimeri vantaggi pubblicizzati.


Noi come Movimento 5 stelle esortiamo le Istituzioni locali a desistere dalla realizzazione di questi centri di detenzione e a concordare con il governo centrale soluzioni e progetti mirati a una soluzione più moderata e umana.


E’ inutile girarci intorno, i CPR sono veri e propri centri di detenzione dove non viene garantito il rispetto dei diritti umani, fra cui quelli sanitari e lecondizioni igieniche pessime, oltre a restrizioni della libertà, ecc...


Fonti ufficiali come ASGI, WHO, SIMM lo certificano e i fatti gravissimi contestati dalla Procura di Potenza, in merito ai maltrattamenti nel Centro di permanenza dei rimpatri (Cpr) di Palazzo San Gervasio in Basilicata (PZ), tra cui la somministrazione sistematica di psicofarmaci lo rafforzano.

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