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Solland-Silicon un'eccellenza italiana destinata al tramonto?

Riportiamo integralmente una lettera che abbiamo ricevuto in questi giorni e che racconta le potenzialità sullo scenario mondiale che lo stabilimento di Sinigo può esprimere.


"Egregio consigliere, Dott. Diego Nicolini...

... Da molti anni seguo la questione Solland, dove ho anche lavorato ai tempi quando la fabbrica apparteneva a Montedison. Conosco bene la questione e vorrei dare un mio personale contributo.


Per iniziare devo richiamare l’assoluta validità del know How, forse il più avanzato ad oggi per la produzione di silicio per semiconduttori che contrariamente a quello solare è appannaggio di non più di cinque imprese al mondo.


Tecnici venuti da Merano sono oggi al centro della tecnologia in questo settore in USA e Asia. Demolire la fabbrica vuole dire gettare al vento decenni di conoscenze e mi meraviglio che anche a Roma non sia possibile farlo comprendere.

La fabbrica non può essere trasferita, i costi sarebbero tra 50 e cento milioni e poi dubito che il personale, quasi tutto di età oltre i 40 anni accetterebbe di lasciare Merano.


Senza tecnici la fabbrica vale solo come un ferro vecchio.


Si era pensato alla Sardegna dove la Regione potrebbe coprire tutti i costi del trasferimento ma chi vorrebbe trasferirsi? Trasferirla all'estero vorrebbe dire la perdita del cliente potenziale disposto all'acquisto di quasi metà della capacità produttiva odierna, la Glabalwafer che è sita accanto a Solland.


Bonificare l’area costa intorno a 200 milioni, non i 50 di cui si parla. Chi pagherebbe? La Provincia. Un bel danno erariale se si pensa che per far ripartire in pieno la Solland possono bastare 30 milioni. La bonifica è il vero business al quale guardano che ha partecipato alle gare.

Esiste un coro di interessi per fare sparire Solland con la scusa della sicurezza. Questa fabbrica ha avuto in 30 anni una sola fuga di gas senza alcuna conseguenza.


Poco si parla del glifosato che inquina tutta la Val Venosta che è sicuramente un rischio reale per migliaia di persone.


Cosa fare in concreto? Siete al governo da oltre un anno e personalmente non sono riuscito a far comprendere il valore strategico di Solland. I vari tavoli al MISE sono stati senza risultato.Il MISE che ha molte possibilità operative, cito ENEA ed anche ENI che dice di volere una svolta verde.


Il futuro è nell'elettronica, si chiudono le fabbriche di motori termici e si inaugurano quelle della mobilità elettrica. Inoltre Solland ha già iniziato a valutare le produzione del carburo di silicio di grado elettronico, la base dei veicoli elettrici.

Siamo ancora a tempo! Facciamo capire intanto il danno erariale per la Provincia ma soprattutto svegliamo il MISE che ha preso in esame questa vertenza guardando solo ai numeri dei dipendenti e non al valore delle conoscenze. Sta partendo un piano per investimenti verdi e vedere rottamare un gioiello grida vendetta.


Ne ho accennato già con ENEA che si è dichiarata interessata e mi ha promesso di parlare anche con ENI ma chi meglio del MISE può in realtà intervenire?

Controllano ENEA ed in qualche modo anche con ENI hanno molte possibilità operative.

Faccio notare come i business plan predisposti recentemente indicano che Solland può garantire un ritorno di oltre il 30%.

Se utile sono a disposizione per ogni evenienza.

Cordiali saluti"


Ieri il nostro consigliere provinciale Diego Nicolini ha manifestato la posizione del MoVimento 5 Stelle ed il coinvolgimento del MISE (Ministero per lo Sviluppo Economico) in relazione all'importanza strategica dello stabilimento ed alla tutela sul piano occupazionale di operaie ed operai.







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