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Giustizia e ambiente, le nuove sfide.


L’accesso alla giustizia e perché è importante.

In questo percorso racconteremo, partendo dal particolare e generalizzando, quanto sta già avvenendo in alcune realtà europee in relazione all'applicazione della convenzione di Aarhus.

Nel recente incontro con il ministro Costa, è risultato evidente che, anche in Italia, è necessario potenziare la consapevolezza in relazione a quelli che sono i reati ambientali e diffondere un accesso diffuso all'autorità giudiziaria sia in termini di informazione ai cittadini che in termini di possibilità concreta di adire i magistrati per ottenere giustizia in un reato contro l’ambiente.

A seguito della convenzione internazionale di Aarhus del 1998, il pubblico ha il diritto di ricevere le informazioni dettagliate da parte degli enti pubblici sulle tematiche ambientali. La convenzione inoltre tutela il diritto di prendere parte nei processi decisionali che hanno impatto sull'ambiente, e la prerogativa di rivedere, ed alle svolte sfidare, le decisioni che sono state prese senza il rispetto del diritto alla partecipazione o senza il rispetto delle leggi ambientali.

Questa nuova concezione dei diritti incoraggia il coinvolgimento attivo della popolazione nel processo decisionale ed è di supporto alla trasparenza.

Dopo oltre 20 anni da quando la convenzione è stata adottata, esistono ancora delle forti restrizioni nelle procedure che gli Stati europei hanno adottato per implementare il ricorso alla giustizia nelle questioni che concernono l’ambiente.



Il progetto per un accesso facilitato alla Giustizia.

Per accesso alla giustizia si intende quel processo attraverso il quale i cittadini come individui oppure attraverso le organizzazioni non governative, possono fare ricorso contro le leggi direttamente alla magistratura.

In ambito sovranazionale, sponsorizzate dai fondi ad accesso diretto della UE, si sono create delle organizzazioni di associazioni che studiano i fenomeni nei vari paesi e redigono dei report o delle best-practice per permettere la completa attuazione della convenzione.

Per quello che riguarda l’ambiente, il progetto chiamato ATOJ EARL, sovvenzionato dal programma europeo LIFE, è gestito dall'associazione ceca Justice and Environment e dall'inglese ClientEarth ed ha preso il via nel luglio 2017.

Il progetto ha coinvolto professionisti legali in 9 Paesi europei: Austria, Belgio, Estonia, Francia, Germania, Ungheria, Polonia, Slovacchia e Spagna.

Lo scopo principale svolto fin adesso è stato quello di supportare organizzazioni legali interessate all'ambiente e quelle reti di associazioni che si battono in tutela della salute del mondo.

Secondo la definizione del lavoro svolto da questo progetto attraverso la sintesi delle posizioni di questo gruppo di paesi, l’accesso alla giustizia ambientale comporta:

- Informare la popolazione sulla legislazione in essere e su quanto avviene in dottrina e giurisprudenza;

- Spiegare l’importanza dell’accesso alla Giustizia e l’importanza di implementare alle leggi e regolamenti ambientali;

- Sottolineare i fattori che comportano impedimenti all'accesso, sia nazionali che a livello europeo;

- Strutturare best-practices per superare le barriere legali e permettere un accesso semplice ed effettivo alla magistratura;


Il lavoro per evidenziare gli aspetti di miglioramento nazionale.

Tra i compiti del team che lavora al progetto EARL vi è quello di creare report su come i singoli membri del gruppo stanno procedendo con la realizzazione della convenzione di Aarhus e su quali aspetto bisogna ancora lavorare.

In Austria, ad esempio, il network di associazioni chiamato ÖKOBÜRO ha di recente redatto un report in relazione ai limiti esistenti nel Paese, in particolare si è scoperto che per legge, per quanto riguarda la tutela delle acque, si può fare ricorso all'autorità giudiziaria soltanto quando i sforamenti dei limiti possono avere effetti negativi rilevanti sulla popolazione.

ÖKOBÜRO ritiene quindi, che la normativa austriaca attuale è insufficiente in relazione agli obblighi che l’Austria ha contratto in relazione alla convenzione di Aahrus e di accesso alla giustizia.


Focus sulla convenzione di Aahrus.

Ma nel dettaglio cosa prevede la convenzione di Aahrus e dove troviamo l’accesso alla giustizia ed alle informazioni?

Ripercorriamo per un attimo insieme il combinato disposto dell’art.5 che parla di “raccolta e diffusione delle informazioni ambientali” e dell’art. 9 che fornisce le indicazioni per l’accesso alla giustizia.

Alcuni degli aspetti previsti riguardano:

le autorità pubbliche devono permettere la fruizione delle informazioni ambientali rilvanti ai fini dell'esercizio delle loro funzioni e assicurare l'aggiornamento;

o ancora, bisogna istituire meccanismi obbligatori per consentire alle autorità pubbliche di essere adeguatamente e costantemente informate delle attività proposte o in corso che possono incidere significativamente sull'ambiente;

inoltre, in caso di minaccia imminente per la salute umana o per l'ambiente, imputabile ad attività umane o dovuta a cause naturali, bisogna diffondere immediatamente e senza indugio tutte le informazioni in possesso delle autorità pubbliche che consentano a chiunque possa esserne colpito di adottare le misure atte a prevenire o limitare i danni derivanti da tale minaccia.

Infine: bisogna fornire al pubblico informazioni sufficienti sul tipo e sul tenore delle informazioni ambientali in possesso delle pubbliche autorità competenti, sulle principali condizioni alle quali è subordinata la loro disponibilità e accessibilità e sulla procedura da seguire per ottenerle

andando nello specifico, la convenzione elenca una serie di aspetti migliorabili dalle policies nazionali e/o amministrative locali:


i) l'istituzione di elenchi, registri o archivi accessibili al pubblico;

ii) l'obbligo per i funzionari di assistere il pubblico che intende accedere alle informazioni in virtù della presente convenzione;

iii) la designazione di punti di contatto;

c) fornendo accesso gratuito alle informazioni ambientali contenute negli elenchi, nei registri e negli archivi di cui alla lettera b), punto i).

d) altre informazioni, nella misura in cui la loro accessibilità in questa forma sia in grado di agevolare l'applicazione delle disposizioni nazionali di attuazione della presente convenzione, a condizione che tali informazioni siano già disponibili in forma elettronica.


- L’articolo 9 ovvero, l’accesso alla giustizia prevede i seguenti aspetti:


“Nel quadro della propria legislazione nazionale, ciascuna Parte provvede affinché chiunque ritenga che la propria richiesta di informazioni, immotivatamente respinta in tutto o in parte, non abbia ricevuto una risposta adeguata o comunque non sia stata trattata in modo conforme alle disposizioni di tale articolo, abbia accesso a una procedura di ricorso dinanzi a un organo giurisdizionale o a un altro organo indipendente e imparziale istituito dalla legge.

La Parte che preveda il ricorso dinanzi a un organo giurisdizionale dispone affinché l'interessato abbia anche accesso a una procedura stabilita dalla legge, rapida e gratuita o poco onerosa, ai fini del riesame della propria richiesta da parte dell'autorità pubblica o da parte di un organo indipendente e imparziale di natura non giurisdizionale.

Le decisioni definitive prese a norma del presente paragrafo sono vincolanti per l'autorità pubblica in possesso delle informazioni. Esse sono motivate per iscritto almeno quando l'accesso alle informazioni viene negato in forza del presente paragrafo.”

“Nel quadro della propria legislazione nazionale, ciascuna Parte provvede affinché i membri del pubblico interessato a) che vantino un interesse sufficiente o, in alternativa, b) che facciano valere la violazione di un diritto, nei casi in cui il diritto processuale amministrativo di detta Parte esiga tale presupposto, abbiano accesso a una procedura di ricorso dinanzi a un organo giurisdizionale e/o ad un altro organo indipendente ed imparziale istituito dalla legge, per contestare la legittimità sostanziale o procedurale di decisioni, atti od omissioni soggetti alle disposizioni dell'articolo 6 e, nei casi previsti dal diritto nazionale e fatto salvo il paragrafo 3, ad altre pertinenti disposizioni della presente convenzione.”


La convenzione continua introducendo anche una bozza di definizione del termine “interesse sufficiente”, utile in paesi come il nostro, dove il complesso mondo giuridico afferente al concetto di “interesse legale” richiama in maniera sensibile le articolate differenze tra gli interessi oggetto di tutela e dai quali discendono particolari forme di accesso agli atti secondo il diritto amministrativo.

La convenzione così si esprime: “le nozioni di interesse sufficiente e di violazione di un diritto sono determinate secondo il diritto nazionale, coerentemente con l'obiettivo di offrire al pubblico interessato un ampio accesso alla giustizia nell'ambito della presente convenzione.

Le disposizioni del presente paragrafo non escludono la possibilità di esperire un ricorso preliminare dinanzi ad un'autorità amministrativa, né dispensano dall'obbligo di esaurire le vie di ricorso amministrativo prima di avviare un procedimento giudiziario, qualora tale obbligo sia previsto dal diritto nazionale.”

Conclusioni


Dalla lettura dell’esperienza concreta e dalla rilettura della convenzione del 1998 è pacifico concludere che la strada è ancora lunga e che molteplici sono gli aspetti su cui la politica per la sua parte e la giurisprudenza per dipanare alcune questioni interpretative e connesse alla storia giuridica del nostro paese debbano ancora lavorare.

Un’emergenza è palese ed è necessario lavorare affinché gli obiettivi minimi di accesso alle informazioni in materia ambientale sia implementato e garantito tramite i canali di più larga diffusione possibile.


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